Profeti di sventura? Ma l’autodeterminazione è una cosa troppo seria per lasciarla agli autonomisti-indipendentisti.

Sin dalla notte dei tempi ci sono profeti di sventura che rimangono inascoltati, e a nulla serve la loro ragionevolezza. Anzi provocano un sentimento diffuso di ostilità, di odio. Ai giorni nostri, seguendo un camuffamento semantico si assiste ad assurdità come la trasformazione in vittima del malintenzionato. Tuttavia in questo tempo essere liberi significa prima di tutto essere scorretti anche a partire dal linguaggio.

laocoonte
Laocoonte

Cassandra è ricordata da Omero, Apollodoro, Virgilio e Igino. Gemella di Eleno, figlia di Ecuba e di Priamo re di Troia, fu sacerdotessa nel tempio di Apollo da cui ebbe la facoltà della preveggenza. Pronosticava terribili sventure ed era pertanto invisa a molti. Ancora bambina, alla nascita di Paride predisse il suo ruolo di distruttore della città, profezia non creduta da Priamo ed Ecuba ma confermata da Esaco, interprete di sogni, che consigliò ai sovrani di esporre il piccolo sul monte Ida.

Nell’Eneide si narra che, quando i Troiani portarono nella città il celebre cavallo di Troia, Laocoonte corse verso di esso scagliandogli contro una lancia che ne fece risonare il ventre pieno. Proferì quindi la celebre frase Timeo Danaos et dona ferentes («Temo i greci, anche quando portano doni»). Pallade Atena, che parteggiava per i Greci, punì Laocoonte mandando Porcete e Caribea, due enormi serpenti marini, che uscendo dal mare avvinghiarono i suoi due figli, Antifate e Tymbreus stritolandoli. Laocoonte cercò di accorrere in loro aiuto ma subì la stessa sorte. I Troiani presero questo come un segno, tenendo così il cavallo tra le loro mura. Sappiamo come andò a finire.

Passano secoli e il giorno precedente l’attentato in cui il dittatore romano perse la vita si legge che l’indovino Spurinna gli avesse detto: «Cesare! Guardati dalle Idi Di Marzo!» Giulio Cesare il mattino fatidico, prima di entrare in Senato, spavaldo gli ribatté: «Spurinna, come vedi, le Idi son giunte…!». Al che, Spurinna replicò «Si, son giunte – o Cesare – ma non sono ancora trascorse.» Anche qui sappiamo come andò a finire.

Spurinna

Il sommo pontefice Giovanni XXIII, giovedì 11 ottobre 1962, nel suo discorso inaugurale del Concilio Vaticano II rivolto non solo ai padri conciliari, convenuti a Roma, in San Pietro, disse tra l’altro: «A noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo…». Tuttavia ai giorni nostri sembra che anche Giovanni XXIII rimanga inascoltato.

Qualche decennio fa il professor Carlo Fumian raccontò [ https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_La_Malfa ] che Ugo La Malfa veniva talvolta chiamato “la Cassandra”, condannato a predire sventure e a non essere mai preso sul serio. «Nel 1974 la Malfa scrive “La Caporetto economica”, un testo che andrebbe riletto ai nostri tempi, perché riguarda i rischi del debito pubblico, mandando un segnale d’allarme serissimo. La Malfa aveva capito i rischi della tenaglia del movimento incontrollato della spesa pubblica, e proponeva una politica che salvaguardasse i redditi.» A novembre 2019 il debito pubblico era di 2.445 miliardi, ma sappiamo già con con la crisi del Covid-19 e conseguente manovra salirà sicuramente di altri 55. Non pendiamo tempo a dettagliare. Come sempre in questi casi, la realtà di discosta dalle “ciacole”.

L’attuale sistema partitocratico impedisce la creazione di uno Stato e di un governo accettabili ed al passo con le esigenze sia interne che internazionali dei nostri tempi.

Nel Regno Unito, come negli Stati Uniti, e più ancora in Italia i mass media liberali sono onnipotenti. Appartengono ai Deep Pockets (letteralmente tasche capienti), e malgrado perdano lettori ogni giorno sono potenti quanto il Deep State. Detto anche “Stato dentro lo Stato”. Di quest’ultimo il caso italiano più famoso è quello della doppia fedeltà degli apparati dello Stato durante la strategia della tensione e nelle attività della loggia Propaganda Due. La Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 sotto la presidenza dell’onorevole Tina Anselmi concluse il caso denunciando la loggia come una vera e propria «organizzazione criminale» ed «eversiva». Fu sciolta con un’apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982. Non per questo sono scomparsi il Deep State e i Deep Pockets.

Infatti, in questi giorni Israel Shamir [ https://www.unz.com/ishamir/deep-pockets-love-lockdown/ ] osserva: «Avete notato che, con la crisi del coronavirus, l’attuale ondata di rivoluzioni è cessata come per una tocco di bacchetta magica? I Gilets Jaunes non marciano più a Parigi, né i rivoluzionari di Hong Kong rompono i distributori automatici. A Beirut si è estinta la forte ondata rivoluzionaria. In Sudafrica il governo ha vietato l’alcool e il tabacco, ma grazie alla chiusura non ci sono proteste. In Inghilterra, la polizia ha interrotto una manifestazione pacifica per Julian Assange, sostenendo che è contro le regole della quarantena. Questo è un ulteriore stimolo per i governanti a mantenere la crisi del coronavirus.

Al di là di queste considerazioni pratiche e politiche, l’isolamento porta a un nuovo stile di vita, a un “nuovo normale”. Più a lungo dura l’isolamento, più questa soluzione finale diventa probabile.

Ora possiamo vedere la strada davanti a noi, come indicato dai Deep Pockets. Sembrano volerci rinchiusi in singole celle, comunicando attraverso l’elettronica. Insieme, da soli. Senza matrimonio, senza famiglia, senza religione. Solo TV, chat online e porno gratis. Tutto avvolto nella plastica. Razionamento, privatizzazione e permessi impediranno che le strade e i parchi siano affollati. Ogni autista sarà monitorato, le assegnazioni di razioni controllate, i permessi controllati, lo stato di occupazione controllato, la politica controllata, la storia criminale controllata, l’uso del tempo libero controllato e ricontrollato in tempo reale. Gli abusi saranno annotati e influenzeranno il budget mensile delle razioni dell’autista. La presenza della polizia sarà tipicamente invisibile, basandosi su tasse e multe per mantenere l’ordine. Anche una bicicletta avrà bisogno di un proprietario legale, un’assicurazione, un permesso e un dispositivo di tracciamento.»

Sarà un caso che i poliziotti cominciano a mugugnare? «Se quando abbiamo scelto di arruolarci nella Polizia ci avessero detto che un giorno ci sarebbe toccato agire come cani da pastore o, peggio, da guardia di una sorta di muro di Berlino, ci saremmo fatti grasse risate.» Inizia così il comunicato diffuso sul loro sito [ https://www.poliziotti.it/2020/05/03/congiunti-di-uno-stato-etico-no-grazie/ ], un gruppo di uomini in divisa che si ribellano alla situazione insostenibile a cui sono sottoposti da mesi. «Siamo (stati) trasformati in una quasi milizia, costretti a persegui(ta)re i nostri concittadini non appena osano mettere il naso fuori dalla loro abitazione, a chiedergli di certificare la legittimità dei loro movimenti e decidere se sono plausibili o meno, da ultimo persino a valutare se e quali sono i loro congiunti!» continua il comunicato.

La storia mondiale ci insegna che le moderne democrazie partono dalle rivoluzioni moderne e si diffondono a intermittenza in tutto il mondo. Nei primi tempi (l’antica Grecia è un altro discorso), non c’erano praticamente modelli di democrazia, per questo si sperimentava.

  • Gli Stati Uniti hanno inventato la democrazia presidenziale con il presidente come sostituto dei monarchi.
  • In Gran Bretagna, si è sviluppata la democrazia parlamentare per limitare la monarchia.
  • La Svizzera ha seguito la Francia rivoluzionaria con l’idea della repubblica.

Da allora, si parla spesso e volentieri di democrazia liberale sul modello anglosassone, plasmata dal governo e dall’opposizione, da partiti popolari democratici e dall’economia di mercato, con i gruppi di interesse come componenti di un nuovo tipo di sistema politico, che adesso – a maggior ragione con la crisi del Covid-19 – appare superato.

Sarà molto difficile e non ce la faremo mai se nei palazzi di Roma si penserà, come purtroppo succede da anni, solo a gestire il potere, ai voti, e alle elezioni. Di democrazia diretta ci si riempie la bocca citando la Svizzera, ma un vero e proprio modello non viene proposto da parte degli autonomisti-indipendentisti. Nessuno di loro, poi, che abbia uno straccio di collegamento internazionale che ne supporti l’azione politica.

L’Associazione sudtirolese degli Shutzen (facendo perno sugli agganci internazionali derivanti dagli accordi De Gasperi-Gruber del 5 settembre 1946), questo 8 maggio 2020, nel proprio sito scrive tra l’altro: [ https://schuetzen.com/2020/05/08/unabhaengigkeit-ist-ein-kurzfristiges-projekt/?fbclid=IwAR2lO59sWN3E9Phkd_AFh54xGdTZ89RrZTdZOs9gzQSBcdvPf__nXFm8cT8 ] «La recente crisi ha dimostrato ancora una volta quanto velocemente possano sorgere situazioni che nessuno avrebbe potuto immaginare poco prima. E davvero non è necessario essere chiaroveggenti per vedere che l’economia altoatesina subirà enormi danni in futuro a causa della sua affiliazione con l’Italia. Sia i turisti, i fornitori di servizi che gli artigiani sono perseguitati quotidianamente dal centralismo romano, la disoccupazione aumenterà in misura senza precedenti nei prossimi mesi e il bilancio statale italiano non potrà assolutamente assorbire le conseguenze della crisi di Covid-19.»

Insomma l’attuale modello di democrazia sembra una formula da superare. Ma – solo per fare un esempio – non c’è un indipendentista veneto che avanzi la proposta di selezionare i rappresentanti nelle istituzioni mediante il sorteggio. Un metodo (di provata efficienza durante la Repubblica di San Marco) che supererebbe a piè pari il voto di scambio, il finanziamento illecito dei partiti; la corruzione tipo quella verificatasi con il MOSE; la conflittualità permanente; e “l’occupazione” delle aziende municipali, delle CCIAA, delle Fondazioni, de Consorzi e di quant’altro di pertinenza degli Enti locali, da parte dei “peones” del politicante via via eletto.

In un periodo di disordine ed emergenza mondiale come quello che stiamo attraversando, e di presenza sulla scena mondiale di influenti soggetti non statuali, appare indispensabile avere ben chiara la rotta da seguire. In sostanza un Veneto indipendente deve appoggiarsi all’estero per mantenere in vita il suo sistema economico atto a garantire innanzi tutto il provvedere a noi stessi e ai nostri figli. Per assicurare che le materie prime necessarie al processo industriale arrivino e che il prodotto lavorato possa essere venduto, è quindi indispensabile che sia garantita la libera navigazione lungo le rotte marittime, che sono ancora il sistema più economico per il trasporto delle merci. L’80% del commercio internazionale viaggia tuttora sull’acqua. Da autostrada delle merci e fornitore di cibo, il mare rappresenta ora un nuovo, ma vecchio, motivo di contenzioso internazionale. Né minore importanza va attribuita al traffico merci su rotaia e gomma.

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Tiresia

La questione energetica non è da meno. L’afflusso costante di idrocarburi ed energia elettrica non sono argomenti trattati dagli autonomisti-indipendentisti. Né deve essere dimenticato, soprattutto da coloro che hanno la responsabilità politica, quali dovrebbero essere gli strumenti idonei a proteggere gli interessi della comunità e quelli dell’ordine interno. È indispensabile essere pronti in qualunque momento a far valere le legittime ragioni a tutela del nuovo soggetto indipendente, principalmente con la diplomazia e in punta di diritto, ma anche essendo pronti a mostrare i muscoli, se indispensabile.

Al contrario l’indipendentismo veneto sembra assomigliare a Tiresia il cieco indovino per eccellenza che Dante Alighieri cita vicino al suo rivale in divinazione nella guerra di Tebe, Anfiarao, tra gli indovini nella quarta bolgia dell’ottavo cerchio dei fraudolenti nell’Inferno (XX, 40-45). Tiresia è condannato a vagare eternamente con la testa ruotata sulle spalle, che lo obbliga a camminare indietro in contrappasso con il suo potere “preveggente” avuto in vita. Infatti, dove sono i progetti dell’indipendentismo veneto? O vogliamo prendere per tale il continuo e fallimentare proporsi alle elezioni dello Stato italiano? Gli autonomisti, in particolare, inducono poi a compassione: non si sono ancora accorti di come lo Stato italiano li abbia gabbati con il referendum consultivo per l’autonomia del 22 ottobre 2017: Sì 98,1%; No 1,9%, e nessun risultato.

Enzo Trentin

Un pensiero riguardo “Profeti di sventura? Ma l’autodeterminazione è una cosa troppo seria per lasciarla agli autonomisti-indipendentisti.

  1. IPOTESI DI COSTITUENTE PER UNA III REPUBBLICA MARCIANA:
    Il voto pubblico (vale il 50%) online (Democrazia Diretta) su temi proposti dal Maggior Consiglio (voti di compensazione), ovvero Sistema tecnocratico costituito da soggetti laureati con 110 e Lode, estratti a sorte, e vengono rinnovati ogni sei mesi, valgono il 33%) + (il Minor Consiglio costituito da rappresentanti eletti dal mondo economico del Lavoro e si rinnovano ogni sei mesi, i cui voti pesano per il 17%) + (il Presidente della Repubblica viene eletto con il maggior numero di voti dal Popolo, il cui voto vale l’1%). Tutti gli organi sono controllati politicamente da un Consiglio dei primi 10 Saggi eletti con il maggior numero di voti eletti ogni tre anni dal voto del Popolo), mentre giudiziariamente il controllo generale avviene da un Sistema di magistrature specialistiche per ogni settore, composte da tre Giudici eletti dal Maggior Consiglio e vengono rieletti ogni cinque anni)

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